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Basta con l'anonimato!

  Il caso del sito sessista dal nome inequivocabile, che mostrava foto di donne famose (spesso politiche), esponendole a commenti volgari e trucidamente offensivi, pone di nuovo con forza il problema dei comportamenti degli utenti della rete. È innegabile che oggi la rete ospiti, oltre ai tanti contenuti utili, anzi ormai imprescindibili, anche il peggio della feccia umana, fornendole uno sfogatoio immenso, coperto dalla certezza dell’anonimato. Una volta questa sordida funzione era svolta solo dai cessi delle stazioni o degli autogrill, o dai muri di zone degradate, oggi la platea è amplificata in modo abnorme dalla diffusione della rete, dove di siti così ne esistono in abbondanza, e da moltissimi anni. L’ho scritto non so più quante volte, ho rotto gli zebedei anche a parlamentari nazionali ed europei, ho riscosso molto scetticismo, anche apprezzamenti e pacche sulle spalle, ma nessuno, dico nessuno, nel mondo politico ha ritenuto opportuno esporsi (lo fece Marattin anni fa e ma...

Chi ha paura della poltrona?

  Tanto per cambiare, c’è molta agitazione nell’area dei cosiddetti riformisti democratici. Difficile identificarli bene questi riformisti, sono sfuggenti, sono liquidi, spesso inclassificabili. Si trovano un po’ dappertutto, nel PD, in Italia Viva, in Azione, nel nuovo Partito LiberalDemocratico, nei socialisti, nei radicali, nell’area cattolica, devono essere tantissimi … Se li senti parlare, dicono tutti più o meno le stesse cose, fanno tutti le stesse proposte di buon senso, non creano illusioni (mica sono populisti …!), si vantano di essere concreti, sanno che il momento è difficile, sanno che non abbiamo affatto un Governo di cui andare fieri, anzi, se ne lamentano a gran voce (e ne hanno ben donde). Stanno tutti all’opposizione, seppure con stili e posture (oggi si dice così) diversi. Peccato che, secondo le migliori tradizioni, non ne trovi due che abbiano la stessa idea di come muoversi nell’arena politica. Alle prossime regionali, c’è chi va da solo, chi non si presenta a...

L'America contro

  Uno spettro si aggira per il mondo: è lo spettro dell’autoritarismo illiberale e, come quello del comunismo evocato da Marx ed Engels nel Manifesto del 1848, è destinato a lasciare un segno profondo nella storia della civiltà umana. Questo spettro non costituisce una speranza di giustizia sociale né un’ipotesi di emancipazione della società civile. Questo spettro vuole mandare al macero duecentocinquanta anni di civiltà democratica, dalle Rivoluzioni Americana e Francese di fine Settecento in poi. Fin d’allora l’Europa (ed il mondo) si era abituata a considerare gli USA un baluardo contro la tirannia, contro l’autoritarismo, contro la sopraffazione, un modello di società aperta, di uguali, di liberi e forti. Oddio, non è che gli USA siano sempre stati un fulgido esempio di trasparenza, di libertà, di tolleranza. Chi ha una certa età ha ben presente le molte occasioni nelle quali i democratici di tutto il mondo hanno dovuto accettare certe posture  “alla John Wayne” , si dice...

Ferragosto in Alaska

Qualcuno ha scritto che  “Ferragosto in Alaska”  potrebbe essere un surreale film dei fratelli Vanzina, cui De Sica e soci dovrebbero conferire il pepe dell’umorismo, anche un po’  “grossier” , tipico di quelle produzioni. Però si tratterebbe di umorismo nero e amaro, in questo caso. Nel cast troviamo due dei più pericolosi figuri che la Storia abbia mai messo uno di fronte all’altro: il glaciale, cinico e spregiudicato russo e l’esuberante e obliquo spaccone  yankee , entrambi avvezzi al travisamento, alla dissimulazione, alla manipolazione, seppur partendo da storie e culture affatto diverse. Il freddo ex-agente del KGB di Leningrado (allora si chiamava così) contro il tracotante affarista di Manhattan (che per ora si trova ancora a NYC e si chiama sempre così). I due hanno molto in comune, malgrado le apparenze: l’assoluta spregiudicatezza, l’altrettanto assoluta amoralità, insieme ad un odio profondo (perché non li capiscono, e nulla irrita di più i potenti di ci...

La bomba e noi

  Sono passati ottant’anni dal giorno in cui il mondo, non ancora del tutto uscito da una guerra devastante che, in quasi sei anni, aveva ucciso oltre sessanta milioni di persone (sessanta milioni … tutta la popolazione dell’Italia di oggi), ha dovuto prendere atto che qualcosa era cambiato in modo radicale e definitivo. Le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki furono il terribile suggello alla follia della guerra più cruenta e più crudele di sempre, un abisso di atrocità mai sperimentato in decine di migliaia di anni di evoluzione umana. Eppure, malgrado la ricorrenza abbia il suo indubbio valore simbolico, sarebbe a mio avviso sbagliato caricare quella data, e quegli atti specifici, di significati impropri. Non sembri cinico ricordare come la bomba atomica era nell’ordine delle cose già da parecchi anni, fin da quando la fisica (o meglio, i fisici, uomini e donne senzienti e molto curiosi …) aveva scoperto quanta energia fosse contenuta nella materia e quanto facile (o almeno non co...

L'asino

  Conosciamo tutti la storia dell’asino di Buridano che, indeciso su quale dei due mucchi di fieno, da lui  equidistanti , dovesse usare per nutrirsi, finì per morire di fame. E così il qui presente asino, al vostro servizio, per quasi un mese è rimasto  “imparpagliato”  (cfr. Andrea Camilleri), non riuscendo a decidere quale mucchio di fieno affrontare. E dire che di mucchi di fieno ce n’erano  "a tinchitè"  (cfr. come sopra). Dazi tremendi senza alcun senso economico che non sia semplicemente predatorio, mattane e patetici diversivi di Trump inguaiato dal suo ingombrante ed imbarazzante passato (e il presente non è da meno …), sempre più crudele efferatezza di Putin, infinita protervia di Netanyahu con i suoi fanatici alleati, stato confusionale della dirigenza europea, Giorgia Meloni che fischietta disinvolta, pur di non dover ammettere il rovinoso crollo del suo ponte immaginario con Trump, imbarazzante stato dei rapporti all’interno di quello che vorre...

Serve una Fondazione ...

La notizia che Trump e Musk litigano furiosamente tra di loro, scambiandosi gentili complimenti come “ridicolo”, “ubriacone”, minacciando (l’uno) di espellere il rivale dagli USA come un immigrato indesiderato o (l’altro) di rivelare documenti bomba sui rapporti dell’ex-amico con il finanziere pedofilo, dovrebbe riempire il cuore di gioia a tutti i sinceri democratici, in ogni parte del mondo. Se poi il geniale Elon Musk (che poi geniale lo è per davvero, almeno come imprenditore) davvero dovesse fondare un suo partito personale (ai veri ricchi non bastano più  yatch  di 100 metri e  jet  privati …, vogliono tutto personale, anche il mondo) con lo scopo esplicito di danneggiare il rivale, questo a maggior ragione dovrebbe aprire prospettive rosee sul futuro del nostro martoriato pianeta. Dovrebbe … Ma bisognerebbe anche che ci fosse qualcuno disposto e pronto ad approfittare di tanta buona sorte. Ovvero servirebbe un’alternativa politica, pronta a spazzare via tutta ...

C'è solo una strada ...

  In questi caldi (in tutti i sensi) giorni dopo-referendum, la Segretaria del PD Elly Schlein viene sottoposta ad ogni tipo di critica, ironia, perfino compassione … Non che non ce ne sia motivo …! In effetti, si è cacciata, lei col suo Partito, un po’ entusiasta, un po’ recalcitrante (nel PD è normale la coesistenza degli opposti, in barba ad Aristotele …), in un pasticcio di non piccola entità. Ha scelto di accodarsi ai fallimentari referendum di Landini (uno specialista del settore fallimenti …), pur sapendo che mai avrebbero raggiunto il  quorum  (e, se non lo sapeva e si è illusa, vuol dire che di politica davvero capisce proprio poco …), con la speranza di tenersi a contatto e marcare stretta l’ala più radicale e massimalista della sinistra, oltre che i populisti dell’azzimato Giuseppe Conte. D’altronde, è la missione che si è data sin dalla sua rocambolesca elezione a Segretaria di un Partito che non si è mai risolto del tutto ed è sempre restato in mezzo al guado...

C.V.D.

  Come volevasi dimostrare : questa formula linguistica, ormai del tutto desueta, era molto comune quando noi  boomer  andavamo al Liceo, oltre mezzo secolo fa, e i professori di matematica e geometria ci insegnavano a dimostrare i teoremi. A esercizio finito, si scriveva C.V.D., come a dire che quanto atteso era stato dimostrato, con le ferree leggi della logica. Andrebbe ricordato a Maurizio Landini, anche se non ha fatto il Liceo, e non ha neppure finito l’Istituto per Geometri, ma che si ritrova da molti anni ad essere il capo prima dei metalmeccanici della FIOM, poi di tutta la CGIL. L’assunto del teorema era chiaro: si possono mobilitare oltre 25 milioni di cittadini italiani su quesiti referendari così astrusi, confusi, ininfluenti, antistorici, proposti con il solo evidente intento, tutto ideologico, di prendersi una tardiva rivincita su una stagione di riforme che quel Sindacato (non gli altri) ha  voluto  subire dieci anni fa, opponendo un ottuso rifiu...

Che si fa domenica?

  Io andrò al seggio e ritirerò solo una scheda, quella relativa al referendum sulla cittadinanza. La mia partecipazione sarà conteggiata solo per quel referendum e non per gli altri quattro. Non sono soddisfattissimo di questa soluzione ibrida, forse anche un po’ tartufesca, ma non saprei cosa inventarmi d’altro. I quattro referendum sul lavoro sono talmente confusi, talmente ininfluenti, talmente simbolici e ideologici, che davvero non me la sento di partecipare, nemmeno per dire NO. Non bisognava proporli, e basta. La loro genesi sta tutta dentro alcune logiche perverse di certa sinistra che, incurante del momento storico, deve sempre tenere il punto, anche su questioni del tutto marginali e non dirimenti, solo per rimarcare la sua presenza. Con i referendum sul lavoro, così come sono formulati, non si risolve alcunché, si dà solo a Landini ed al suo sindacato (gli altri due maggiori si sono defilati) la possibilità di reclamare una presunta centralità nella politica italiana. M...