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All'attacco, all'attacco!

  La noiosissima conferenza stampa della Presidente del Consiglio, tre ore e passa, tanto lunghe che verso la fine ha dovuto perfino chiedere un time out per scappare in bagno …, ha comunque mostrato impietosamente la debolezza estrema nella quale la signora Meloni si sta dibattendo. Una infinita sequela di chiacchiere, senza distintivo, di bugie palesi, di salti mortali, di vittimismo, velati accenni a non si sa che e luoghi comuni, che non starò certo qui a ricapitolare. Fidatevi di me, oppure sentitevela da soli con tanti auguri, oppure semplicemente ignoratela: non vi sarete persi granché. Qui mi interessa soltanto sottolineare che, a fronte di così tanta pochezza (folgorante ossimoro, mi complimento da solo, ebbro di narcisismo …!), appare necessario, indispensabile, improcrastinabile, rompere gli indugi e partire lancia in resta all’attacco. Questa (la Presidente) non ha idee e le poche che ha sono confuse e generiche. Ha intorno una banda di “scappati di casa” che solo i cinques

Mettiamoci la faccia!

  Anno nuovo, vita nuova! Chissà che non sia la volta buona! Dopo l’accenno del Presidente Mattarella ad  haters  e violenza sulla rete, qualcosa forse, molto forse, si muove ... Negli ultimi anni ho scritto non so più quante volte sull’annosa questione dell’anonimato in rete, tante che adesso faccio fatica a riprendere il discorso senza rischiare di risultare ripetitivo e noioso. Si tratta di un argomento talmente frusto ed abusato che uno si chiede come sia possibile discuterne ancora, senza che nulla capiti e soprattutto senza che qualcuno prenda un’iniziativa concreta per superare definitivamente il problema, problema che tutti conoscono benissimo e anzi fingono di tenere in degna considerazione, salvo non muovere un dito nelle sedi opportune. Ovviamente bisogna agire perlomeno a livello comunitario, per evitare disparità di comportamento tra gli Stati membri, ma la UE (Commissione, Parlamento, Consiglio, …) potrebbe benissimo legiferare in materia e imporre che l’accesso alla rete

Il conflitto (la zuffa)

  Da qualche parte nella sinistra si dibatte sul conflitto di classe. Ancora …? Direte voi, forse sorpresi e stupiti. Ancora, ebbene sì … E pare che le teste più fini di quel campo (quanto “largo” non si sa …) tendano a riscoprire la “bellezza” del conflitto, la necessità di prendervi parte, l’ineluttabilità dello scontro (compreso quello fisico?). Ovviamente il compito della “vera” sinistra sarebbe quello di stare dalla parte del più debole, incurante del fatto che questo debole era e debole resta, senza le necessarie riforme. Al massimo lo si consola con qualche slogan, qualche manifestazione “molto partecipata” e qualche salamella d’estate al Festival de l’Unità. Nel frattempo i cattivoni governano, accompagnati dalle nostre maledizioni e dal nostro vibrante sdegno. Come vibriamo noi di sinistra non vibra nessuno … Va be’, c’è poco da scherzare. Che il conflitto esista in natura è esperienza comune: lo sanno i leoni e le gazzelle, ma lo sanno anche idraulici e clienti, vigili urbani

L'eterna lotta tra Politica e Economia, stati quantici della società

  Copio e incollo da  Wikipedia : “Per  politica  ("che attiene alla  pόlis ", la città-stato) si intende l'attività e le modalità di governo, o anche di opposizione; può riferirsi a stati, confederazioni ed organizzazioni intergovernative, oppure a entità locali e territoriali più circoscritte, come regioni e comuni. Per i cinesi la politica era  l'arte di governare , mentre nella Grecia di Pericle era  l'arte di vivere assieme ”. “Per  economia  (“gestione dei beni”) si intende il sistema e l'organizzazione dei mercati, risorse, della produttività e del complesso di scambi, produzioni e commerci di oggetti e servizi, di finanziamenti, investimenti e di fondazione di attività economiche in ogni settore, di ogni dimensione e ad ogni scopo. In particolare, l' economia di mercato  è la rete tra operatori o soggetti economici che svolgono le attività di produzione, consumo, scambio, lavoro, risparmio e investimento per soddisfare i bisogni individuali e reali

Il pericoloso mondo di Wanna Ferragni

  Non so, e neppure mi interessa granché sapere, se e come la signora Ferragni abbia commesso irregolarità o addirittura reati con i suoi pandori, uova di Pasqua o qualsiasi altro prodotto da lei sponsorizzato. Se ne occuperà chi di dovere. Né sono interessato a condannare  a priori  forme di  business  che ai nostri tempi, ma anche molto prima, si basano sull’immaterialità di un rapporto di fiducia/sudditanza tra personaggi più o meno famosi e larghe platee di consumatori, più o meno avvertiti. Diciamo che sono sottoprodotti di un’economia di mercato che fortunatamente ha ben altri vantaggi sociali e che permette lo sviluppo e l’emancipazione di tutte (nessuna esclusa) le società moderne. Inutile ricordare i fallimenti colossali di eventuali improbabili alternative … Mi interessa invece fare qualche considerazione sul pubblico, tutti noi (intesi collettivamente …) che dimostriamo di essere disposti ad appaltare a perfetti sconosciuti, di nulla dotati se non di tanta spregiudicatezza,

Le verità di Marianna

  Marianna Madia, ministra della Pubblica Amministrazione nei governi Renzi e Gentiloni dal 2014 al 2018, una che ha anche provato sulla sua pelle (metaforicamente, per fortuna!) la durezza e la violenza squadrista della polemica populista, ha osato rammaricarsi, in un’intervista a Repubblica, che alla simil-Leopolda di Elly Schlein (ma non gliela chiamate così, sennò si offende!) su  “L’Europa che vogliamo” , non sia stato invitato anche Renzi, insieme agli altri ex-Presidenti PD Prodi, Letta e Gentiloni. Renzi è uno di noi – dice la sfrontata – e non dobbiamo rinnegarlo, insieme a tutto quello che ha fatto nei tre anni (più uno di Gentiloni) di governo. La sventurata rispose  …! L’impunita! Traditrice, quinta colonna! Apriti cielo! L’intervista ha avuto una profusione di commenti (molti di più dell’articolo sull’evento in sé, peraltro piuttosto scialbo ed ininfluente, se paragonato al contemporaneo e rutilante raduno della destra di Atreju). Già ...! Parecchie centinaia di commenti,

Diamonds are forever

  Un diamante è per sempre , diceva un famoso slogan dei gioiellieri De Beers (e, al plurale, anche un film di 007, con omonima colonna sonora di John Barry e Shirley Bassey …). La democrazia invece no. Non suoni strano né blasfemo l’accostamento: la democrazia è davvero un diamante nella storia della umanità. Dal tempo di Pericle ha sempre condotto le società che l’hanno adottata alla libertà, alla emancipazione, all’egemonia culturale, al successo, ma si è sempre dimostrata fragile e quindi caduca, non dura e perenne come il diamante. Eppure vale anche più del diamante. La sua idea di base, che una società organizzata funzioni meglio se i “cittadini”, non “gente” o popolo indistinto, ma “persone” qualificate come appartenenti a quella società, tutti con la stessa dignità nei confronti della struttura sociale, tutti con gli stessi diritti e gli stessi doveri, non uguali ma “pari”, concorrono alla gestione dei problemi che il vivere associato comporta e si dotano di strumenti adatti a

Alla fiera dell'est

Allora, ricapitoliamo: il 7 dicembre c’è la tradizionale prima della Scala, da sempre occasione mondano-istituzionale di altissima risonanza nazionale, trasmessa in diretta televisiva su Rai 1 (la cosa non è irrilevante per il seguito del racconto) c’è il solito palco reale con le autorità, e quest’anno capita che il più alto in grado nel palco non sia il Presidente Mattarella (a cui il  Don Carlo  forse non piace) ma tocchi a quel bel  “fascistone”  (sintetizzo:  “absit iniuria verbis” ) di Ignazio La Russa, ahinoi presidente del Senato, la cui presenza potenzialmente imbarazzante è stemperata dalla senatrice a vita Liliana Segre, che di quell’esperienza storica conserva e testimonia ricordi non proprio gradevoli c’è l’esecuzione dell’inno nazionale, che nel 1999 fu occasione di una “simpatica” diatriba tra il Presidente Ciampi ed il Maestro Muti il quale, con la consueta modestia, si era rifiutato di suonarlo per imperscrutabili motivi artistici c’è un oscuro (ma ora più conosciuto e

Giù le mani dall'Ulivo!

Dalle parti della nuova Segreteria del PD si fa un gran parlare di Ulivo: il nome evocato è vissuto come un  brand  (giustamente) vincente ed allora lo si mette in tutti i discorsi, come il prezzemolo. Nuovo Ulivo … sarebbe un segno di cambiamento, di moderno e di antico. Sarebbe. Attenzione! È solo puro  marketing , del più deteriore, direi al limite della propaganda ingannevole, che sarebbe pure reato … Però piace rievocare la giovane Segretaria, allora ancora più giovane, mentre consegna a Prodi una maglietta con su scritto  “siamo più di 101” , che erano quelli che avevano affossato la candidatura del Professore al Quirinale nel 2013. Era il tempo eroico di  “Occupy PD” , movimento romantico, giovanilista e scapestrato, che si rivoltava contro le barbose nomenklature di partito, schiave delle manovre ed incapaci di rinnovarsi. Poi arrivò Renzi e il rinnovamento (allora chiamato efficacemente seppur con dubbio gusto:  rottamazione ) non piacque molto ..., tant’è che fu quasi subito

Chi è Giorgia Meloni?

  A differenza di Elly Schlein per il PD, Giorgia Meloni tutti noi l’abbiamo vista arrivare. Lentamente, e da lontano. La conosciamo da vent’anni e più, sappiamo tutto di lei, e soprattutto sappiamo cosa ha detto e fatto per tutti questi anni. Nessuna sorpresa. Non si è mai nascosta, ha sempre parlato, dichiarato, addirittura urlato a squarciagola la sua visione del mondo, dappertutto, in Italia ed anche all’estero. Nessuno può dire di non averla sentita. I più avvertiti tra i politici (e tra questi non possiamo annoverare il precedente Segretario del PD, ormai perso nelle nebbie dell’oblio) avevano ben chiaro che la forza delle cose la stava portando dritta a Palazzo Chigi, con tutta la sua corte dei miracoli. Chi può dire (a parte il nipote dello zio …) di non averla vista arrivare? E adesso possiamo continuare a chiederci chi sia davvero Giorgia Meloni? Dr. Jekyll o Mr. Hyde? Lo so, qualcuno pensa, ipotizza, forse spera, che sia cambiata, che sia maturata, che abbia acquisito o stia