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Chi s'incazza è perduto!

  Siccome al peggio non c’è mai fine, ora toccherebbe occuparsi della  telenovela  meloniana interpretata dalla Premier e dal suo esuberante compagno Giambruno, nonché dei suoi raffinati comportamenti che tutti ormai, nostro malgrado, siamo stati costretti a conoscere. Uno dei commenti alle eloquenti  performance  audio e video potrebbe essere:  “Ma come fa un buzzurro simile a trovarsi a fianco alla Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana? Ma insomma, signora mia …!” Dimenticheremmo però che ci è stato a fianco non per una fugace avventura estiva ma, per ammissione della stessa interessata, per ben dieci anni, con annessi “momenti bellissimi” e relativa procreazione. È dunque diventato buzzurro solo adesso? Gli avrà dato alla testa l’inedita condizione di  “first gentleman”  (…  “gentleman”  … non ridete, per favore …)? O questa squisita e galante raffinatezza è sempre stata nelle sue corde? Insomma, si smanacciava anche davanti alla compagna Presidente? Che non gli ha mai

Fiabe e realtà

Con tutto quello che sta accadendo nel mondo, che ci riempie di angoscia le giornate e fa scemare la fiducia nel futuro e nella capacità degli umani di gestire fenomeni di tale complessità, l’ultima cosa che vorrei fare è dedicare tempo ed energia all’interminabile querelle che sta squassando l’ormai ex-Terzo Polo. È un argomento doloroso, spinoso, imbarazzante, del quale quasi mi vergogno. Ma purtroppo è talmente gravido di possibili e probabili conseguenze che non ci si può passare sopra con  nonchalance . Tempo fa avevo provato a sdrammatizzare ironizzando, ma neanche tanto, sull’esigenza di una  “Terapia di coppia”  professionale, per cercare di spremere fino all’ultimo un barlume di raziocinio, che potesse evitare l’inevitabile. Macché, era proprio inevitabile! Non so se il professor Recalcati sia intervenuto o meno, penso proprio di no, ma quand’anche … avrebbe miseramente fallito, lui che pure è certamente “uno bravo”, anzi il più bravo. Sono volati e continuano a volare stracci

Il terrorista non sogna mai

  Il terrorista odia la politica. Il terrorista non parla di politica, né vuol sentirne parlare. Il terrorista è certamente un asociale, uno che non ha in alcun conto altro se non il proprio ego smisurato, che impone a colpi di mitra e di bombe, ammantato in un pesante sudario ideologico e religioso. Il terrorista non ha obbiettivi tangibili: chi ha buttato giù le Torri non promuoveva una speculazione edilizia a South Manhattan, chi ha sparato al Bataclan con proponeva un festival musicale alternativo, chi guidava il camion sul lungomare di Nizza non stava cercando un parcheggio, e chi oggi spara a Bruxelles non sta difendendo l’onore della famiglia … Quelli avevano e hanno tutti un solo obbiettivo: uccidere il più persone possibile, con l’unico scopo di minare la stabilità morale e psichica della comunità, togliendole punti di riferimento, e lasciandola in balìa del terrore puro. In nome di una supposta legge religiosa spietata e totalizzante, assetata di sangue. Tutto il contrario de

La Costituzione più bella del mondo

  Sostiene il solito Michele Serra in una recente Amaca, a partire da un intervento di Gustavo Zagrebelsky, che la nostra Costituzione sarebbe fin troppo avanzata e raffinata per il rozzo e brutale mondo politico italiano e per la società che esso rappresenta. Non la meriteremmo, insomma. Ovviamente scherza, ma fino ad un certo punto … È infatti in voga una sorta di "integralismo costituzionale", un po’ fanatico, in base al quale la Costituzione diventa un feticcio da venerare, osannare e difendere in blocco, come un mito, come un lascito che abbiamo ricevuto e che addirittura non meriteremmo, fino al paradosso di ipotizzarne scherzosamente la sostituzione con una Costituzione B, una Carta dei semplici, più alla portata delle rozze caratteristiche politiche e culturali del Paese. Troppa grazia, insomma! Si fa in proposito tanta retorica, si sparge finta saggezza, si lanciano anatemi e allarmi accorati, pur di non affrontare l'arduo compito di rileggere criticamente il tes

I sogni nel cassetto di Giorgia Meloni

  Non ci credete, non è vero niente … non è vero che esiste una Meloni diversa dalla ex-missina della Garbatella che gestisce con serietà e professionalità i rapporti internazionali. È tutta una montatura propagandistica, una fuffa mediatica, uno  “spin”  diffuso senza ritegno, per dare a tutti noi l’illusione che almeno all’estero Meloni sia diversa da quella che qui si fa consigliare dai vari Donzelli, Lollobrigida, Urso, Fazzolari, e che fa finta di litigare con il truce Salvini (come Sandra e Raimondo …). Meloni all’estero è ancora più pericolosa che in casa: qui almeno ce la vediamo tra di noi! D’altronde, abbiamo visto all’opera Toninelli, Bonafede, Lezzi, Castelli, Taverna, campioni impareggiabili, cosa volete che ci faccia uno come Donzelli? Un baffo, ci fa, un baffo …! All’estero invece Meloni dà il suo meglio, si esibisce sempre in show roboanti, sfoderando tutto il repertorio della sua provincialità sovranista e delle sue peggiori mire politiche. Non fatevi imbrogliare dalla

La lagna

  Non è tra i diritti garantiti costituzionalmente, non fa parte della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, non è materia scolastica, ma è certamente un diritto inalienabile del popolo italiano. La lagna, il mugugno, il muso lungo, il piagnisteo, il lamento, … un’autentica eccellenza nazionale! Nessuno si tira indietro, anzi. Anche quando sarebbe più utile una sana riflessione su quanto ci capita intorno. Parliamo di mutui, a tasso fisso o variabile: chi si è trovato a doverne stipulare uno, certamente si è trovato di fronte all’alternativa tra le due soluzioni. Scegliere può non essere facile, ma i termini della questione sono alla portata di tutti. Qualche anno fa (ora la situazione è molto diversa) si trattava di scegliere tra un tasso fisso, che poteva essere pari a 1,5-2,5 % costante per tutta la durata del mutuo (10, 20, 30 anni), oppure un tasso variabile, poteva anche essere intorno allo 0,5-0,8 %, con un conseguente notevole risparmio sulla rata da rimborsare mese per mese. Ov

L'aiutino

  È più forte di lei, non riesce a trattenersi … e quindi insiste. La nostra ineffabile Presidente giorni fa ha redarguito il Commissario Gentiloni perché non aveva avuto, a suo giudizio,  “un occhio di riguardo”  per l’Italia. L’altro ieri, di fronte alla magnifica notizia (per noi riformisti, per loro sovranisti un po’ meno …) del nuovo incarico a Mario Draghi per elaborare un rapporto sulla competitività dell’Unione Europea (il nostro Draghi ancora sulla scena …), di nuovo la Presidente ha detto di sperare in un  “occhio di riguardo” , anche da Draghi. Due indizi fanno (quasi) una prova, diceva Agatha Christie. Questo Governo evidentemente non riesce a sfuggire alla logica nazionale dell’aiutino, della raccomandazione. Per i campioni della maggioranza, l’UE è una specie di cerbero da blandire ed ingraziarsi, sperando in un trattamento di favore. In ogni caso la UE è un corpo estraneo, un “altro da sé”, la maestra che ti giudica, ti bacchetta e dalla quale speri di ricevere, bontà su

Caro Michele ...

  Centodieci forse era troppo … Qui si vuole far passare come “dì sinistra” un provvedimento che si è dimostrato essere la quintessenza del peggiore populismo. “Graduidamende”  andava dicendo Conte con la sua insopportabile improntitudine, e i furbi se ne approfittavano. In realtà il superbonus è stata una sfacciata e ruffiana operazione, pensata solo per ottenere consenso, senza preoccuparsi dei sicuri danni conseguenti. … altrimenti sarebbe stata realizzata lo stesso, perché l’idea di base non era né nuova né sbagliata, ma con più misura, più criterio e competenza contabile. E invece sì è preferito il fascino del  “graduidamende” , molto più efficace e convincente sul piano elettorale. Ora restano i conti da pagare (e li pagheremo a lungo …), e i danni collaterali irreversibili: i ponteggi dal costo più che raddoppiato, come ogni altro materiale edilizio, lavori non terminati, dissesto contabile, per non parlare degli utili abnormi dei furbi beneficati. Ma adesso sono arrivati quelli

Se dico treno ...

  Ogni notte, da sempre, su tutta la rete ferroviaria si fanno lavori come quelli programmati a Brandizzo e non succede mai (… quasi mai, ahinoi!) alcunché di tragico. E' solo  routine  di lavori delicati, ma del tutto consueti. Questo vuol dire che le procedure in atto, pur se certamente migliorabili, come tutto al mondo, non sono così aleatorie, imprecise ed arbitrarie. Dimostrano di funzionare egregiamente. Però una volta capita che qualcuno ritenga di forzarle oltre ogni limite di ragionevolezza ed ecco la tragedia. inutile fare filosofia o, peggio, ideologia spicciola (vedi Landini e compagni) sul sistema economico, il subappalto, il capitalismo, lo sfruttamento, e tutto l’armamentario caro a chi ama pontificare. A Brandizzo non c’era nessun subappalto: i lavoratori deceduti erano, a quanto si sa, dipendenti regolari di una ditta da decenni impegnata e specializzata nella manutenzione della rete ferroviaria. Nulla di losco, di illecito, di misterioso. Solo lavoro. E le procedu

Terapia di coppia

  Quando un rapporto va a rotoli difficilmente si può rimediare … Si arriva alla crisi quasi mai per caso, ma spesso perché è finito l’interesse reciproco e soprattutto perché non si vuole più spartire il futuro con una persona che è divenuta insopportabile. Vani sono normalmente gli interventi degli  entourages  interessati: spesso peggiorano la situazione e soprattutto radicalizzano i dissidi, senza dare contributo alcuno alla risoluzione della crisi in atto. Gli  stakeholders  solitamente conoscono solo quello che la coppia ha permesso loro di conoscere, spesso in modo asimmetrico tra i partner, col che le possibilità di incomprensione, o di equivoco, o addirittura di mistificazione dolosa, crescono in modo esponenziale. La crisi si avvita sempre più su se stessa, fino al collasso definitivo, nel (spesso finto) rammarico generale. È finita così perché così doveva finire!  Si sugella lapidariamente. E si passa oltre. Ovviamente i cocci, le macerie, restano in capo agli interessati ed