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Quale America?

Una ventina di anni fa (2004)  Philip Roth  (1933-2018), uno fra i più importanti scrittori americani dei nostri tempi, ebreo newyorkese, pubblicò il romanzo  “Il complotto contro l’America” . Molti anni dopo (2020), dal romanzo fu tratta anche una pregevole miniserie televisiva con John Turturro e Winona Ryder, trasmessa in Italia da SKY e anche dalla RAI. Chi di Voi, cari lettori, sa di cosa sto parlando avrà già capito dove voglio andare a parare, chi non lo sa, ha un’ottima occasione per conoscere un’opera e uno scrittore essenziali per la letteratura moderna. Consiglio, tra l’altro, i suoi  Pastorale Americana, Lamento di Portnoy, Nemesi , e molti altri libri ancora. Il complotto contro l’America  è un romanzo di fantastoria (quelli veri la chiamano  ucronia ), nel quale si immagina che le elezioni presidenziali del 1940 in USA vengano vinte non da  F. D. Roosevelt  al suo terzo mandato (allora si poteva ancora), ma dal famoso  Charles L...

La parte giusta

  Il panorama politico mondiale, dopo il 20 gennaio 2025 (una data che rischia di diventare tristemente memorabile …), è cambiato, radicalmente, molto più radicalmente di quanto sembri, brutalmente, anche se si spera non definitivamente. La speranza è tutta riposta nella resilienza delle istituzioni democratiche americane, che devono dimostrare di poter resistere a questo forte stato di  stress , per cercare di ritornare ad assumere, il più in fretta possibile, il posto che esse hanno (quasi) sempre occupato nel corso di tutta la loro storia. I segnali c’erano tutti, ben chiari, già nella campagna elettorale: ma, uno può pensare che in campagna elettorale se ne dicono di cose per vincere …, poi la realtà, il Governo, la situazione mondiale, … Macché, adesso la campagna è finita e quindi si fa sul serio: adesso parlano gli atti, non più le chiacchiere da palco, utili ad esaltare i fans più sfegatati. E gli atti parlano da soli, come le prese di posizione, assunte e ribadite, no...

Il conflitto

  Surreale discussione tra Meloni e Landini sulla presunta "tossicità" del “conflitto” , inteso come conflitto sociale, sindacale, economico. Il conflitto è morte, dice l'una, il conflitto è vita, risponde l'altro. Surreale perché, messa così, la questione lascia campo libero alla genericità, all’ideologia, al romanticismo tardo-futurista, elucubrazioni sulle capacità taumaturgiche o meno del conflitto nella Storia dell’Umanità. Ancor più surreale perché è uno scontro tra un sindacalista che dei conflitti ha fatto una ragione di vita e una politica che ha passato decenni (anche se giovane, Meloni è sulla breccia da quando era adolescente) a predicare e praticare il conflitto più duro (spesso molto duro …) con chiunque non fosse del tutto allineato alle sue idee. Allora, di cosa discutono? Chi è  “tossico” ? Perché non si trovano d’accordo? Perché, visto che entrambi lo adorano, il conflitto, si dedicano, con la partecipazione di tanti volenterosi intellettuali, ad un...

Patriotas ...!

  Nel recente, simpatico e cameratesco raduno dei  “Patriotas”  a Madrid circolava uno slogan del tipo  “più libertà, meno Europa” . Slogan semplice e accattivante, … come  “cchiù pilu pe’ tutti”  di Cetto Laqualunque. Gli slogan non sono mai buttati lì, a casaccio, sono sempre frutto di forte sintesi e di qualche ragionamento, spesso anzi nascondono intere filosofie di vita ( cchiù pilu … ). Più libertà, meno Europa , con tutta evidenza, vuole esprimere l’idea che l’Europa è un ostacolo per la libertà, troppa Europa cioè impedirebbe alla libertà di crescere. Ma l’Europa non è quella che, secondo i suddetti  “Patriotas” , dovrebbe ritornare ad essere grande (come chiede il  MEGA: Make Europe Great Again , sponsorizzato da un “grande europeo”, come il sudafricano Elon Musk)? Allora, più o meno Europa? Meno Europa, ma più grande? Semplice, come un’equazione di quinto grado, o no? O è solo meno Unione Europea, quella roba con ventisette Stati, quasi ...

Ben altro ...

  Alcuni sedicenti puristi, con la puzza sotto il naso ed il sopracciglio perennemente inarcato, fanno finta di inorridire per la veemenza con cui quasi tutte le opposizioni (eccetto appunto quelle con la puzza e il sopracciglio…) hanno affrontato i due ministri sacrificali, Nordio e Piantedosi, mandati in Parlamento proprio a prendersi quei veementi improperi che la Signora-in-Chief non ha voglia di prendersi. Lei, la sua “faccetta”, non ce la mette … Insomma, se l’opposizione mugugna e tace, vuol dire che è assente ed irrilevante, se alza i toni e fa casino, è poco fine e fa “cabaret”. Secondo questi purissimi soloni, quindi, bisognerebbe fare ben altro: una volta quest’atteggiamento si chiamava appunto “benaltrismo”, nel senso che tutto quello che si fa è sempre inutile o dannoso e che “ben altro” si dovrebbe fare. In tanti anni mai però ho sentito esplicitare questo benedetto “ben altro”. Più spesso, infatti, è solo un modo, neppure tanto elegante, per nascondere un mostruoso v...

Una nuova leva

Ma questi dove vogliono arrivare? Lo sanno già, hanno in mente un piano preciso, o intanto vanno, con le vele spiegate, e poi si vedrà dove li porterà il vento della loro galoppante megalomania? Vanno verso una democrazia autoritaria? Quanto autoritaria? Quanto ancora democrazia? O forse vogliono una dittatura “moderna”,  “soft” , tecnologica, pervasiva, persuasiva, subdola e mascherata? Che facciano sul serio, non v’è ombra di dubbio. Mi ripeto:  questa non è un’esercitazione! Queste destre rampanti ed aggressive hanno capito che è il loro momento, che  “la ggente”  è sfiduciata, disperata, incazzata, intimidita, disillusa, indifesa, e perciò disposta a credere a qualsiasi cosa, purché sia in sintonia con le sue fobie, i suoi incubi, con le paure che, opportunamente alimentate, si porta dentro. Vale negli USA, ovviamente, dove uno, che dovrebbe stare nelle patrie galere per complotto contro lo Stato, è invece saldamente (e legittimamente …!) insediato alla Casa Bian...

I tempi stanno cambiando ...

Scrive Walter Veltroni, che in politica è ormai un ex-tutto, ma che comunque ne resta un disincantato osservatore: “Il pensiero democratico deve trovare soluzioni nuove, armoniche con la sua identità, capaci di parlare alle inedite forme di disagio, specie tra i più deboli. È il tema di cento anni fa, in realtà.” Aldilà del linguaggio un po’ criptico, da politico del Novecento, è difficile dargli torto … Sono infatti cent’anni e più che il pensiero riformista cerca la sua strada per diventare egemone e non la trova, essendo continuamente costretto a scavalcare ostacoli di ogni tipo: alcuni, inevitabili e non sorprendenti, frapposti dagli avversari di destra, altri, molti altri purtroppo, apparecchiati da una parte politica che si vuol far chiamare sinistra, ma che in realtà non ne ha le caratteristiche peculiari. La destra e la sinistra nacquero al tempo della Rivoluzione Francese, quando i conservatori dell’ Ancient Regime  erano soliti sedere nella parte destra dell’Assemblea, me...

Giochi pericolosi

  Chiunque abbia ascoltato, in italiano o in inglese, in sunto o  in toto , il messianico discorso d’insediamento di Donald Trump, lunedì a Washington DC, non può più avere dubbi. È davvero iniziato quello  stress test  della democrazia occidentale (almeno per come la conosciamo fino ad oggi) che era stato paventato, e da alcuni auspicato, comunque facile da prevedere. Con un gusto tutto  british  per l’ understatement  Trump l’ha modestamente chiamata  “la nuova età dell’oro”  promossa da “Lui”, che Dio ha salvato dal proiettile di Butler (PA) proprio per questo scopo: porre riparo a tutti i mali e salvare il mondo ma, in ogni caso, l’ America First ; per gli altri si vedrà … Già detta così, e l’ha proprio detta così, la cosa fa l’effetto di un cazzotto nello stomaco, in più scandita in un inglese semplice ed elementare, un linguaggio infantile adatto ad un pubblico di bambini creduloni, frasi brevi e parole dirette, con l’occhio ispirato ri...

Ci vuole orecchio ...

Oggi comincia l’era Trump e nessuno ragionevolmente può prevedere dove ci porterà. Si può obbiettare che un Trump l’abbiamo già visto all’opera. Vero, ma questo Trump è diverso, non è più un  parvenu , ha quattro anni di presidenza alle spalle (2017-2020), ha dato ampia dimostrazione di disprezzo per la democrazia (il 6 gennaio 2021 non si può cancellare o derubricare a colorite intemperanze popolari …), non deve preoccuparsi per la rielezione, anche se potrebbe sempre brigare per cambiare le regole e correre di nuovo ... Si potrebbe anche obbiettare che un programma di governo ce l’ha, l’ha sbandierato in ogni modo cercando di  épater le bourgeois , c’è anche riuscito, ha vinto ma, data la sua assoluta  nonchalance  verso qualsiasi tipo di coerenza, potrebbe non fare quasi nulla di quello che ha promesso o fare di molto peggio. Le “sparate” su Groenlandia, Panama, Canada, Messico sono solo smargiassate? Il suo mentore, un vecchio avvocato maccartista di nome Roy Coh...

Ipse dixit

Fin dagli albori della civiltà umana, e per molti millenni, l’umanità si è posta il problema di quale fosse la verità, ovvero distinguere il Vero dal Falso e chi avesse il diritto di deciderlo. Gli aruspici, i grandi sacerdoti, i faraoni, gli oracoli, Aristotele, e poi i saggi delle diverse Chiese, fino alle atrocità della Santa Inquisizione che, oltre a decidere cosa fosse vero e cosa falso, si arrogava anche il diritto di pretendere abiure o di torturare e mandare al rogo coloro che sostenevano qualcosa di contrario al Verbo. Per millenni, oltre al sostentamento e all’espansione territoriale, questa del Vero e del Falso è stata la principale preoccupazione della società umana, e il progresso della civiltà ha dovuto sempre fare i conti con questo problema che, mentre frenava la creatività e l’innovazione, supportava l’imposizione ed il mantenimento del potere assoluto. Poi, circa 400 anni fa, le mutate condizioni socioculturali e soprattutto l’ingegno di intellettuali come Giordano Br...