Il recente vivace scambio di vedute tra Concita De Gregorio e Nicola Zingaretti getta una luce sinistra sui rapporti interni alla sinistra. De Gregorio è sicuramente persona appartenente a quell’area (ha persino diretto “L’Unità”, in un recente e tumultuoso passato), Zingaretti è l’attuale Segretario del Partito Democratico, eppure si azzuffano come pochi, a colpi di tweet, con scambi di accuse più che velenose: elitaria, radical chic a lei, galleggia come un sughero, Chance il giardiniere (per i non cinefili, è Peter Sellers, il sempliciotto ed evanescente protagonista di “Oltre il Giardino” , che suo malgrado diventa una specie di guru) a lui. De Gregorio lamenta la scarsa, diciamo, incisività del Segretario, Zingaretti l’accusa di essere parte della rovina della sinistra. De Gregorio lamenta la scomparsa dell’anima di sinistra dal PD, sovrastata dall’anima popolar-democristiana, Zingaretti, che ha vinto un Congresso chiedendo scusa per i supposti errori precedenti, invece la rive
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